Sole24ore: Il bitcoin è l’oro digitale e sancirà la fine del contante. Parla Ametrano di Banca IMI

scritto da il 24 Novembre 2015

Il bitcoin torna periodicamente alla ribalta delle cronache, spesso in modo inquietante come per il presunto utilizzo, poi smentito, da parte dei terroristi islamici coinvolti nei recenti attentati parigini. Al tempo stesso banche ed istituzioni finanziarie sembrano estremamente interessate alla tecnologia sottostante bitcoin. Ne parliamo con Ferdinando Ametrano(*), di Banca IMI, gruppo Banca Intesa Sanpaolo.

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Perchè la blockchain piace ai governi più del Bitcoin.

The Blockchain Should Not Just Be Used To Issue Digitized Fiat Currency. newsbtc

Con così tanti paesi in tutto il mondo che tengono d’occhio l’evoluzione dei pagamenti dei consumatori, drastici cambiamenti sono destinati a succedere prima o poi. La Norvegia sta cercando di sbarazzarsi completamente dei pagamenti in contanti mentre in Regno Unito ci sono sollecitazioni nelle istituzioni ad abbracciare la blockchain e la valuta digitale. Ma cosa  accadrebbe se i vari paesi del mondo improvvisamente decidessero di creare la propria moneta digitale?

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33 indicatori per il successo dei Bitcoin nel 2016 – Cryptocoinnews.com

Pubblicato il 26/12/2015 da Elliot Maras per

La crescita del Bitcoin dalla sua nascita nel 2009 a oggi non ha tracciato una dritta e solida linea. Ma il movimento di ascesa è continuo  e per coloro che contestano questa evidenza sarà difficile giustificare i loro dubbi di fronte al grafico preparato da Coupofy.com, una società  situata a Bali, nel campo del digital marketing indonesiano, che offre online coupons for negozianti.

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I Bitcoin ATM divulgano la criptovaluta tra la gente comune

Intervista rilasciata a Joël Valenzuela per The Cointelegraph il 2015-12-23 03:13 PM

BTMs Bring Bitcoin to General Public

I BTM, o Bitcoin ATM, permettono un’ alternativa alle transazioni di cambio online o di persona nella compravendita di Bitcoin replicando l’uso dei bancomat nel tradizionale sistema bancario . Ciò li rende perfetti per attirare nuovi utilizzatori di Bitcoin.

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CASE, il primo vero portafogli Bitcoin che si tocca. Il sogno si realizza

Caselogo

Sarà forse nella natura umana quel bisogno Case2di esprimere  il possesso fisico di un qualsiasi bene,  anche se questo è etereo e impalpabile quanto solo una criptomoneta può esserlo. Da parte mia ho sempre pensato e desiderato che se il Bitcoin per sua natura, è un bene digitale intangibile , almeno avrei potuto possedere e tenere in tasca il portafogli che li contiene. Ebbene il sogno si è finalmente avverato : sono arrivati alla fine di  novembre i 2 (due)   Bitcoin Hardware Wallet Case, ordinati e pagati in preordine già nel maggio scorso e agognati per sei mesi. Prodotto dalla Cryptolabs , startup di Rochester (New York) che ha ricevuto un totale di 3,75M di USD in finanziamenti da venture capitals come (2,5M usd) ed altre fonti simili, Case è veramente innovativo: unisce la sicurezza multisignature di altri wallet hardware come il Trezor a protezioni biometriche come la rilevazione e riconoscimento delle Case1impronte digitali, fino alla minuscola videocamera bianconero atta alla scansione dei qr-codes con il relativo software per ricevere, inviare, comprare e vendere bitcoin. Tutto contenuto in un minuscolo e piatto dispositivo del tutto simile ad una piccola e semplice calcolatrice. Ma a mio parere, la cosa che lo rende superiore a qualsiasi altro prodotto che pretenderebbe di essere considerato come harware bitcoin wallet, ma invece non possiede un collegamento autonomo e gratuito alla Rete mediante  un modulo gsm integrato come invece  il Case . Nessun bisogno quindi di ridicoli e poco sicuri collegamenti a smartphones via wi-fi o cavi usb-mini o microusb per sfruttare la rete fornita da altri dispositivi e validare le transazioni, qui l’invio e la ricezione dei bitcoin vengono effettuati con qr-code e telecamera b/n posteriore. In CASE Wallet, il cavo non serve, non si collega direttamente neppure per la ricarica, visto che con la nuova tecnologia induttiva basta appoggiarlo alla sua base  e con una ricarica di 3 ore resta poi operativo per settimane. Case3 Da quando è uscito ha già ricevuto un paio di updates al software interno, ma bisogna essere sinceri, un difettuccio lo abbiamo trovato, visto che pur facendo veramente tutto in modo indipendente, manca però della possibilità di visionare il saldo bitcoin dal proprio dispositivo. Per questo bisogna collegarsi on line al bitcoin wallet di Case sul sito proprietario https://choosecase.com, anche se i tecnici di sviluppo, interrogati dal sottoscritto, hanno ammesso  di averlo dovuto momentaneamente togliere per non compromettere la sicurezza del intera piattaforma software, ma che molto presto saranno in grado di ripristinarlo con un semplice aggiornamento del Case.  Abbiamo senz’altro fiducia che il tempo di attesa sarà breve e comunque questo non intacca quanto di buono possa rappresentare un prodotto innovativo come questo. soldoutConcludo dicendo che risulto essere il primo e unico a possedere i 2 Case in Italia e sono disposto a cederne 1 (uno), nuovo, mai usato, ancora in cellophan a 1,00 BTC.

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NEXTBANK : Banca del futuro o truffa del presente? L’intervista.

NextBank Project

Riporto e commento una recente intervista di Marco E.G. Maltese di Cointelegraph  su quella che sarebbe potuta essere una novità rivoluzionaria per il mondo bancario e finanziario:  NextBank. Secondo quanto pubblicizzato sul loro sito web NextBank promette un range di servizi favolosi tra cui la possibilità di depositare e trattare 135 valute diverse compreso naturalmente il Bitcoin ed altre cryptocurrencies oltre a metalli preziosi ed altro ancora. Non solo, l’offerta di servizi comprende tutto ciò che si possa immaginare da una banca, compresi i servizi di escrow e carte di credito internazionali, con un help desk in 50 lingue differenti. NextBank è registrata a Vanuatu, uno Stato-arcipelago a Est del continente australiano e prevede di ottenere le licenze necessarie entro l’inizio dell’anno prossimo. Per il momento ha intanto lanciato una campagna di raccolta fondi in crowdfunding dove a seconda della cifra investita ( da 100 a  25.000 euro) si ottiene dalla semplice prelazione di apertura conto corrente a socio azionista del progetto .

NextBank: Scams, Foolishness or Reality?

Il giornalista ha quindi pubblicato  questo articolo che vi traduco liberamente .

Cosa è NextBank? L’opinione degli esperti.
Abbiamo contattato Luca Dordolo,  uno dei primi imprenditori Bitcoin in Italia, già politico di lungo corso, consulente esterno per Kryptomith ltd, che ha avuto contatto diretto con l’organizzazione. Favorevolmente colpito dall’avvento sul mercato di una banca con tutte quelle opzioni descritte  da NextBank ha dichiarato:
 
Ne ho avuto notizia un paio di settimane fa ed ho considerato il progetto realmente stupefacente. Ho prima letto un articolo, poi ho trovato il loro sito web , quindi ho deciso di prendere contatto con il loro Press Center . Mi ha destato inizialmente qualche sospetto il fatto che una banca che dovrebbe fornire servizi in 50 lingue diverse come sostengono, abbia un ufficio stampa solo in inglese (e tedesco)”
 
Ha quindi vagliato attentamente le informazioni e le opzioni disponbili sul sito web e si è accorto che l’intero progetto sembrava inconsistente.
 
Ero intenzionato a investirci alcune migliaia di euro, ma  mi sono accorto ben presto che il progetto non stava in piedi. Nessun software,  nessun dettaglio su come e quando saranno operativi, nessuna licenza bancaria o finanziaria (dicono che avranno la licenza di Vanuatu nel 1 ° trimestre del prossimo anno). Alla fine chi mi ha risposto è solo un addetto stampa, Simon Peltin, molto gentile ed educato, ma non abbastanza esaustivo e convincente nelle sue risposte.
Ad una precisa domanda sull’ opportunità di aprire un ufficio di rappresentanza nella mia zona, Peltin ha risposto che il loro azionista principale è  austriaco  e che avremmo potuto organizzare un incontro solo in futuro (anche se  sono davvero solo a poche ore di macchina da Vienna). “
 
Dopo aver raccolto maggiori informazioni ed essere approdato su un thread di Reddit, Luca si è accorto che possono esserci solo due opzioni: ” E’ solo una truffa o, nel migliore dei casi, un bel sogno irrealizzabile di un ragazzo senza esperienza finanziaria”
Luca ha quindi informato Peltin su quanto letto ricevendo una risposta lapidaria in cui si rimandava il link della loro risposta su Reddit e alla facoltà di decidere se acquistare o meno azioni, ma ribadendo anche che era loro facoltà  se e quando organizzare qualsiasi tipo di incontro per discutere qualsiasi tipo di collaborazione.

Mr. Dordolo ha così abbandonato amaramente qualsiasi idea di investimento su NextBank, affermando che ‘questo progetto, anche se dovesse avere un minimo di validità, impiegherebbe troppo tempo per stare in piedi da solo. E’ un peccato … probabilmente non è ancora giunto il momento per i grandi investitori di finanziare  un progetto così ambizioso e innovativo . ‘

 
Una banca presente in 7 diversi paesi costa almeno 490 milioni di dollari 

Per avere un quadro più chiaro della situazione, abbiamo anche contattato un’altra persona, Simon Dixon, CEO di BankToTheFuture e Fund Manager diBitcoin Capital, da tempo nel settore finanziario. Abbiamo chiesto cosa ne pensa del progetto NextBank.
Dopo aver letto la presentazione alla stampa del progetto, ha risposto:

‘Non so niente di questa società, ma se mi fosse fatta una proposta di investimento in una nuova banca pronta per il lancio in 7 diversi paesi nel 2016, farei richiesta di vedere 7 diverse licenze bancarie solamente per iniziare il mio processo di due diligence . Devi avere una licenza bancaria in ogni paese dove si desidera operare, solo per usare la parola ‘banca’ nel tuo nome e bisogna avere il permesso da parte del governo locale  e  della banca centrale. Se non producono questi documenti, la mia due diligence è gia finita  lì e non andrei oltre ‘.

Abbiamo chiesto a Simon se pensa che qualcuno senza almeno dieci anni di esperienza nel settore bancario possa lanciare con successo una cosa come NextBank,  lui ci ha risposto così:

‘Una nuova banca richiede nuovo modo di pensare e i vecchi banchieri creano vecchie banche, ma per capire come creare una nuova banca c’è bisogno di una comprensione eccezionale di ciò che c’è di sbagliato nelle vecchie banche e probabilmente  bisogna aver lavorato in una di queste per acquisire tale esperienza. Dare una definizione di ciò che è una banca sta diventando sempre più indistinto perchè le società Fintech stanno sgretolando quello che era considerato l’essenza di una banca. Se si parla di depositi e prestiti sarebbe necessario quindi una buona comprensione del modello di rischio alla base della banca . Stanno operando in riserva frazionaria o in riserva bancaria? Se è in riserva bancaria, come fanno a fare soldi? Se con riserva frazionaria come proteggono il denaro dei correntisti? ‘

Infine, ha anche aggiunto che i fondi che ci si aspetta di  recuperare dagli investitori sono troppo pochi rispetto a quello che sarebbe necessario per un progetto di tale portata:

Per avviare una banca in un qualsiasi Paese avrei bisogno di almeno $ 20 milioni solo per presentare la domanda alle autorità di regolamentazione e altri $ 50 milioni per soddisfare i requisiti di riserva. Se stessi lanciandola in 7 paesi, dovrei moltiplicare quelle cifre per 7.

Il Punto di vista di esaminatore di certificati antifrode

Uno specialista in materia di riciclaggio Certified Anti-Money-Laudering (CAMS), Certified Fraud Examiner (CFE), e Certified Associate sul reciclaggio (AdC),  studente presso la Northeastern University College of Criminal Justice, che preferisce rimanere anonimo, avendo lavorato per 20 banche globali e sostenitore della moneta digitale e per l’accesso ai servizi finanziari per il unbanked (senzabanche), ci ha riferito il suo parere sul progetto NextBank :

Non c’è modo per nessuno di riuscire a fare questo, certamente non nel lasso di tempo che hanno delineato. Finanziariamente, logisticamente e operativamente, tutto ciò è altamente improbabile.
Dal punto di vista della conformità, mi sarei aspettato un impresa così impegnativa e una mole burocratica così grande che avrei subito nominato un amministratore delegato e un responsabile amministrativo per i documenti. Ci sono troppi strati complessi e sovrapposti di regolamentazione su cui lavorare. Non ve lo metto  a verbale, ma direi che ci sono tutti i requisiti per essere una truffa. ‘

 
 
 

Bitcoin sotto i riflettori: i motivi della rapida ascesa.

Bitcoin: la quotazione sale rapidamente. Ecco i motivi

martedi 10 novembre 2015  (fonte Coindesk e altre)

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Ho notato molta curiosità in queste ultime settimane riguardo ai motivi del rapido aumento di quotazione del Bitcoin e in molti mi hanno chiesto previsioni per il prossimo futuro.  Premesso che non mi diletto nell’arte della divinazione e provarci con il Bitcoin è quanto meno azzardato anche per un esperto nel settore  finanziario in generale e non solo per uno interessato specificamente nel Bitcoin e nelle criptovalute come me,  proverò qui a spiegare cosa stia succedendo aiutandomi con le notizie sull’argomento che regolarmente leggo e attraverso  l’attenzione che ne hanno dato i media oltre l’analisi di alcuni fatti secondo me determinanti.

Il Bitcoin è infatti tornato sotto i riflettori ed ha catturato l’attenzione dei giornalisti di tutto il mondo la scorsa settimana , con le principali pubblicazioni che hanno notato come il bitcoin fosse salito oltre i $ 450  oltrepassando anche i $ 500  su alcuni exchanger, per poi vedere una  pausa con presa di guadagni in questi ultimi giorni.

Si potrebbe  ritenere che la copertura mediatica sulla sua crescita di prezzo punti soprattutto l’attenzione sull’uso tecnologico della moneta digitale, cosa in effetti vera,  ma solo parzialmente.

L’interesse attorno alla tecnologia Blockchain che sta dietro al Bitcoin e alle altre criptovalute  è ormai innegabile, visto anche le centinaia di milioni di dollari investiti negli ultimi 20 mesi, sia da parte degli operatori storici e degli esperti che ne attribuiscono l’attuale trend di crescita, sia da scettici del Bitcoin  come Jamie Dimon , CEO di JPMorgan  o il capo del FMI Christine Lagarde che nelle interviste recenti hanno tentato di deviare la discussione in tal senso.

Eppure, anche chi, come l’investitore Tim Draper, ha meglio sintetizzato l’essenza di questa opinione definendo il Bitcoin “una gigantesca goccia”  nel mare della blockchain technology, non ha fatto però molto per dissuadere i giornalisti dall’ attenzione sul prezzo del bitcoin, spesso con un entusiasmo che rispecchiava quello dell’investitore miliardario.

L’opinione che ad esempio Bloomberg ha raccolto sulla crescita di valore della moneta digitale è  in un pezzo di Julie Verhage, che inizia con un’ ampia formulazione positiva:

‘Il Bitcoin sta girando vorticosamente. All’inizio di questa settimana abbiamo registrato che la moneta virtuale era su un enorme striscia vincente. Ha guadagnato quasi il 40% negli ultimi tre giorni’.

La giornalista ha poi elencato i possibili fattori dietro questa attenzione del mercato e citato Barry Silbert, fondatore e CEO di Digital Currency Group per le sue osservazioni circa l’aumento percepito della domanda proveniente dalla Cina.

‘Stando ai fatti, il bitcoin è stato scambiato con un premio del 5-8% in Cina nelle ultime due settimane, le parole di Silbert , secondo la giornalista.

Dal Wall Street Journal anche Paul Vigna ha riportato l’aumento dei prezzi attraverso la sua rubrica irregolare  BitBeat .

‘Il prezzo del bitcoin è in aumento, ritorna sopra il contrassegno dei $ 400 per la prima volta dallo scorso novembre, con una raffica di attività di trading ed un aumento di interesse per la tecnologia alla base della criptovaluta,’ ha detto, aggiungendo:
Non c’è una sola spiegazione per tutto ciò, ma una cosa è chiara: la macchina della campagna pubblicitaria sul bitcoin è tornata in azione – anche se è stata reindirizzata.
Di seguito, Vigna ha aggiunto:
Anche se il bitcoin ha ancora uno stigma agli occhi dell’opinione pubblica, l’hype intorno al potenziale della meccanica di base di bitcoin – la cosiddetta blockchain – è positivamente esploso.’ Sembra, Vigna ha detto, che ogni banca di Wall Street abbia creato una sorta di gruppo per sondare e sperimentare la distributed ledger technology (tecnologia della contabilità distribuita) . ‘E’ come se lo spostamento dell’attenzione sulla blockchain abbia completamente cambiato le opinioni della gente sulla tecnologia ‘, ha concluso.

Anche altrove, i media provato a cercare i motivi per cui il mercato ha visto questi guadagni improvvisi.

Stan Schroeder che scrive per Mashable,  ha evidenziato le possibili ragioni, sfogliando una serie di notizie positive degli ultimi mesi.
‘Il lancio previsto in gennaio della piattaforma exchanger GEMINI dei gemelli Winklevoss (quelli di Facebook ndr) con regolare licenza USA è un segnale per l’aumento dei prezzi, seguito da una serie di buone notizie per i sostenitori dei bitcoin – tra cui quello dell’ Australia che sta muovendosi verso il riconoscimento come  moneta del Bitcoin e l’Alta Corte UE che ha dichiarato esentasse le transazioni in Bitcoin ‘ ha scritto.

A queste notizie aggiungo anche quelle recentissime che vedono il Consorzio W3C (quello degli standard utilizzati sul web) e i suoi affiliati, impegnati nella realizzazione di standard per i pagamenti via browser includenti anche il Bitcoin nonostante essa sia  valuta non riconosciuta e, per ultimo, l’approvazione del Consorzio UNICODE del simbolo simboloBTC da includere nella mappa caratteri

Tutti punti legittimi, tranne che il riconoscimento dell’Australia sul Bitcoin come valuta è stato seguito da report di varie banche del paese sulla chiusura di conti alle imprese Bitcoin. Ed anche il possibile effetto di Gemini sul prezzo è una teoria che è uscita già da qualche tempo. Già all’inizio di ottobre, un articolo suggeriva che l’exchanger dei Winklevoss ‘può avere un effetto positivo sul prezzo di bitcoin’. All’inizio della scorsa settimana, CNBC ha dichiarato che l’exchanger bitcoin con sede a New York ha visto un aumento negli scambi della criptovaluta.

Izabella Kaminska, Dan McCrum e Robin Kwong del Financial Times hanno invece delineato la possibilità che il recente aumento dei prezzi del bitcoin sia collegato a uno schema di Ponzi (truffa piramidale).
‘Il prezzo della criptovaluta Bitcoin è salito mercoledì scorso sul suo gradino più alto in più di un anno in mezzo a  seguito di una ondata di adesioni cinesi ad un social network finanziario chiamato MMM, che ha le caratteristiche di uno schema piramidale. I nuovi iscritti devono comprare bitcoin per aderire al MMM,  ideato da Sergey Mavrodi, un ex parlamentare russo in carcere per frode,‘ hanno scritto gli autori. ‘I bitcoin vengono inviati ad altri membri della rete come ‘aiuto reciproco’ e ai partecipanti viene promesso un ritorno del 30% al mese + altri bonus per le references di  altri utenti o inviando testimonianze on line su youtube o con altri social networks. Nel pezzo, Kaminska è stato tipicamente ribassista sul bitcoin, notando come esso è ‘sostenuto da nerds e libertari’ e aggiungendo che ha una ‘reputazione pessima’. Mentre è praticamente certo che un tale sistema piramidale abbia un impatto di mercato insignificante sul bitcoin, l’articolo invece conteneva poco o niente in termini di elementi di prova di quanto esso possa avere avuto un impatto significativo sui livelli di transazione. Anche se si volesse dire quindi che questa teoria non è scontata, non vi è  comunque stata alcuna indagine forense sulla blockchain che colleghi e verifichi i portafogli bitcoin relativi al MMM ed il volume di scambi avvenuto. Inoltre, i dirigenti delle principali borse con sede in Cina, come BTC China, avevano messo in guardia il pubblico su questo servizio fin dal mese di ottobre, ben prima della più recente escalation del prezzo.

Molti giornalisti non potendo rapportarsi con uno storico che possa essere definito tale (il Bitcoin è sul mercato solo dal 2009) e non avendo memoria della sua volatilità, hanno tentato di fare dei report  riferendosi a un mercato finanziario di 24 ore.
Michael del Castillo del The New York Business Journal‘s ha ad esempio iniziato il suo pezzo annotando tutto ciò :
‘La lettura degli articoli è del tutto inutile, perché i titoli sono sufficienti: ’12 per cento aumento,’ ’70 per cento sul mese, ‘flirta con $ 500,’ ‘raggiunge i $ 500,’ ecc . In poche parole, ecco il riassunto: dopo aver percorso la maggior parte dell’anno a un livello costante, il prezzo di bitcoin iniziato a innalzarsi da ieri. Nelle ultime 24 ore, il prezzo è aumentato di circa $ 20 fino al momento della pubblicazione, ma ciò è successo dopo che era sceso di circa $ 70. ‘
Del Castillo ha anche voluto dar voce agli appassionati di tecnologia che spesso affermano che  l’ aumento dei prezzi  della criptovaluta “non centra”, nel senso che le sue fluttuazioni non cambiano il potenziale effettivo delle sue applicazioni.
Ha continuato osservando come le ultime proiezioni di prezzo e le previsioni sui bitcoin sono in gran parte arbitrarie (come vi ho segnalato all’inizio di questo post). Ad esempio, società di analisi di mercato come Wedbush ha rivisto il suo target al prezzo di bitcoin di 12 mesi a $ 600 proprio questa settimana, un atto ha detto ‘che sarebbe stato impensabile, beh…solo ieri.’
Il giornalista ha anche interpretato il pensiero di quelli che come me paragonano  questa corrente “corsa dei prezzi” a quella del novembre 2013, con riferimento al meteorico aumento di prezzo del bitcoin che superò i $ 1.000 due anni fa.
Tuttavia, anche Del Castillo concorda che l’ecosistema è maturato da allora, il che significa che gli osservatori di mercato probabilmente si sbagliavano a quel tempo perchè quell’aumento di prezzi (nov. 2013) non era guidato da una maggiore consapevolezza organica della tecnologia, ma da semplice speculazione.
La sua conclusione è anche la mia: ‘Le cose ora sono diverse’ ….perciò, aggiungo io, difficilmente si ritornerà indietro così tanto con i prezzi,  questa volta.

free bitcoins

Infine riporto il sondaggio commissionato da Coindesk che ha rivelato che il 48% degli intervistati ritiene che il valore del Bitcoin supererà i $ 500 entro la fine dell’anno.
Il 38,7% degli appassionati di Bitcoin pensa invece che il prezzo della valuta digitale concluderà il 2015 o vicino ai livelli attuali, con 4.370 dei 11.293 intervistati che prevedono la valutazione del bitcoin  tra $ 351- $ 500 in questo periodo.
Il 33%  degli intervistati pensa inoltre  che il prezzo della valuta digitale possa aumentare dai $ 501 – $ 1000 entro il 31 dicembre 2015. Ed è stato seguito dalla categoria che crede  il suo posizionamento tra i $ 201- $ 350 , ricevendo  il 10,6% dei voti.
Il sondaggio si è anche interessato su come il mercato avesse  percepito il recente aumento del prezzo del bitcoin.
La maggior parte degli intervistati (27,4%) hanno detto che non sapevano cosa avesse causato questo movimento del prezzo, tuttavia il 26,3% dei lettori ha attribuito l’aumento della moneta digitale nella scorsa settimana, all’allentamento dei controlli sui capitali in Cina. Circa il 20% degli intervistati ritiene che l’incremento è dovuto alla recente copertura mediatica positiva sull’industria, che ha messo in evidenza il crescente numero di importanti istituzioni finanziarie globali interessate alla tecnologia.  Dieci per cento degli intervistati ha pensato che l’aumento dei prezzi è legato alla sentenza della Corte di giustizia europea che ha stabilito l’esenzione del Bitcoin dall’ imposta sul valore aggiunto (IVA), ciò è stato infatti ampiamente visto come un riconoscimento del Bitcoin come moneta.
Inoltre, percentuali notevoli degli intervistati hanno legato l’aumento di valore agli annunci di investimento in aziende del settore e al lancio dell exchanger bitcoin newyorkese Gemini, sostenuto dai fondatori Tyler e Cameron Winklevoss.

Staremo a vedere se tutte queste aspettative saranno soddisfatte nel tempo, intanto spero che questo post vi abbia aiutato a schierirvi le idee in proposito.

CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA: NO IVA SU BITCOIN VALUTA VIRTUALE

Intestazione blog

Corte di giustizia Ue. Una sentenza qua­lifica lo «strumento» come una valuta
I servizi relativi al «bitcoin» sono pre­stazioni esenti Iva

La notizia è ormai nota da qualche giorno (22/10/2015) perciò ho deciso di pubblicare una sintesi piuttosto chiara di quale significato assuma tale decisione lasciando a ognuno le conclusioni da trarre. Gavrilo

La ­Corte di giustizia Ue ­risolve in modo semplificato le question­i sulla natura finanziaria delle operazioni­ relative al ­“bitcoin”.­ Con la sentenza di giovedì scorso relativa alla c­ausa C-264/14, la Corte chiarisce che il­ bitcoin può essere considerato come una­ valuta virtuale, utilizzata per lo scam­bio di beni e servizi sul web, sostenend­o che le prestazioni di servizi a essa r­elative rientrano nel campo di applicazi­one dell’Iva­, seppur ­esenti.­ In precedenza l’inquadramento di Bitcoin ai fini fiscali variava da Stato a Stato, con alcuni che lo consideravano esente da IVA come la Finlandia e la Spagna ed altri che richiedevano che la valuta dovesse essere inquadrata secondo le leggi in vigore per le valute fiat. Ora l’esenzione verrà applicata su tutto il territorio europeo in quanto lo scambio di bitcoin è stato formalmente dichiarato esente da IVA.
Gli esperti Iva­ ­
La posizione della Corte di giustizia U­e anticipa anche le conclusioni di una discuss­ione che era già stata introdotta lo sco­rso anno dal Regno Unito e che è stata o­ggetto di analisi sia da parte del Comit­ato Iva che del Gruppo europeo degli esp­erti Iva (Veg). La discussione verteva s­ul fatto se il bitcoin potesse essere co­nsiderato o meno come una valuta e quale­ dovesse essere il trattamento ai fini I­va. Il dubbio nasce dalla natura del bit­coin che, a differenza delle valute trad­izionali, non fa riferimento a un ente c­entrale che lo regolamenti, ma utilizza ­una piattaforma che tiene traccia delle transazioni e gestisce gli aspetti funzi­onali, quali la creazione di nuova monet­a e l’attribuzione della proprietà. In p­articolare, il dubbio era quello di defi­nire il bitcoin come una moneta elettron­ica, come una valuta, come uno strumento­ finanziario, come un voucher ovvero com­e un bene digitale. A seconda della qual­ifica che si intende attribuire al bitco­in, cambia il relativo trattamento ai fi­ni Iva. Infatti, in caso di valute o mon­eta elettronica, i relativi servizi a es­so riconducibili sarebbero esenti da imp­osta. Al contrario, definire il bitcoin ­come un bene virtuale comporterebbe il f­atto che i servizi a esso relativi sareb­bero soggetti a Iva con aliquota ordinar­ia.
La discussione da parte del Comitato Iv­a e del Gruppo di esperti Iva non era gi­unta ancora a una conclusione condivisa.­ La pronuncia della Corte di giustizia U­e costituisce quindi un punto fermo per la soluzione del problema.
La decisione della Corte­ ­
La Corte parte da un quesito posto da u­n soggetto svedese che intende acquistar­e bitcoin direttamente da privati e soci­età o da una piattaforma di cambio inter­nazionale, per poi rivenderli sulla piat­taforma stessa ovvero depositarli su uno­ spazio di archiviazione.
Per la definizione della questione, la ­Corte di giustizia Ue parte dalla posizi­one dell’avvocato generale e della Banca­ centrale europea che definisce il bitco­in come una «moneta virtuale» a flusso b­idirezionale, che gli utenti possono acq­uistare e vendere in base ai tassi di ca­mbio. Secondo la Bce tali valute virtual­i sono simili a ogni altra valuta conver­tibile, per quanto riguarda il loro util­izzo nel mondo reale, e consentono l’acq­uisto di beni e servizi sia reali che vi­rtuali. Precisa, inoltre, la Corte che l­e valute virtuali sono diverse dalla mon­eta elettronica in quanto, a differenza ­da tale moneta, nel caso delle valute vi­rtuali i fondi non sono espressi nell’un­ità di calcolo tradizionale, ad esempio ­in euro, ma nell’unità di calcolo virtua­le, ad esempio il bitcoin.
Pertanto, anzitutto la Corte risolve la­ prima questione relativa al fatto che i­l bitcoin non può essere considerato com­e un bene virtuale, come invece sostenev­a il Governo svedese, e la relativa acqu­isizione non costituisce una cessione di­ beni. Successivamente, la Corte qualifi­ca il bitcoin come una valuta, un mezzo ­di pagamento: per questo motivo i serviz­i a esso relativi si considerano prestaz­ioni di servizi esenti da Iva. Qui i dettagli del questito posto dall’Avvocatura Generale UE alla Corte e le conclusioni che troverete una volta pubblicate.

ELENCO : DOVE USARE E COMPRARE CON I PROPRI BITCOIN

futureofmoney
Pubblico di seguito questo elenco sicuramente non completo per esaudire le richieste di molti che vorrebbero sapere quali siano le possibilità di utilizzare i bitcoin come denaro per acquisto di beni e di servizi e dove poter trovare un elenco di tali attività che li accettano. Da parte mia ho trovato questo, oltre naturalmente consigliare di cercare tra gli esercizi comm. fisici che accettano bitcoin a voi più vicini territorialmente su coinmap.  L’elenco è tratto da una ricerca in rete, la maggior parte già pubblicato che mi riprometto pian piano di updatare e implementare in quanto alcuni link potrebbero essere vecchi o dismessi. Se ne trovate qualcuno di questi, o se ne avete nuovi da proporre, segnalatemelo, grazie!

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PAYPAL ITALIA : GUERRA AL BITCOIN CON I SOLDI DEGLI UTENTI

 Paypal ladri

Fin dagli inizi della  prepotente diffusione del Bitcoin (inizio 2013) era facilmente intuibile che il rapporto di convivenza  con Paypal sarebbe stato problematico in quanto direttamente concorrenti nella trasmissione di denaro elettronico .

Il perchè è presto detto, basti considerare la cryptomoneta nel suo aspetto più simile a Paypal, quello cioè di strumento di pagamento:

  •  Bitcoin ha le stesse qualità nella velocità di trasferimento di denaro, anzi maggiori di Paypal;
  • Bitcoin è anonimo (per chi sa utilizzarlo appropriatamente); Paypal chiede registrazione ed esposizione di dati personali e finanziari ed usa la  privacy dei propri clienti a seconda della propria convenienza;
  • Bitcoin ha una maggiore sicurezza per ciò che riguarda le frodi ( le transazioni sono irreversibili), con Paypal le truffe sono all’ordine del giorno (colpa dei reverse payments e chargeback fasulli), in stragande maggioranza a discapito dei venditori, sempre soccombenti  davanti ai termini di utilizzo/capestro imposti da Paypal;
  • Bitcoin non ha pressochè costi di transazione, Paypal è esoso, per usare un eufemismo, soprattutto in considerazione al servizio generale che realmente offre .

Lo scorso anno, le notizie ufficiali di una possibile integrazione del Bitcoin nella piattaforma Paypal, hanno fatto pensare anche in Italia ad una storia già vista precedentemente con i pagamenti su eBay attraverso le carte prepagate Postepay,  prima banditi dalla piattaforma ecommerce e poi in qualche modo integrati atrraverso l’associazione della famosa carta di Poste Italiane con il sistema Paypal. Il tutto naturalmente con maggiori commissioni ad ingrassare il processore di pagamento lussemburghese.

Da parte nostra, noi avevamo però già messo in guardia che le cose nel BelPaese non stavano proprio così (vedipaypalbassotti titolo di quel post) avendo notizie che Paypal non gradiva affatto la presenza di bitcoiners tra i propri iscritti, tantomeno se dealers/cambiavalute chiudendo i suddetti account con brevissimo preavviso.

Per tutti i motivi di cui sopra, in primis la mancata protezione che Paypal dovrebbe invece dare come servizio (visto che si fa pagare profumatamente), la comunità italiana che utilizza e tratta i Bitcoin non ha mai avuto un rapporto granchè amorevole con Paypal, vero è che sono veramente pochissimi i dealers di una certa esperienza che accettano lo scambio Bitcoin/Paypal, nonostante la velocità e la praticità dei due sistemi di pagamento sia esaltata dall’uso congiunto.

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Oggi, stante le nuove condizioni d’uso del servizio che Paypal ha introdotto dopo la separazione con eBay avvenuta a inizio estate, le cose sono addirittura peggiorate.

Da inizio settembre stiamo infatti ricevendo continue lamentele e segnalazioni per il modo in cui Paypal si appropria indebitamente dei saldi contenuti negli account di colleghi e degli amici bitcoiners. I metodi utilizzati dal processore sono a dir poco terroristici, da ammonimenti a blocchi e limitazioni degli account di chi accetta Paypal come mezzo di scambio di Bitcoin, fino appunto alla chiusura immediata dei rapporti  con il trattenimento del saldo bitcoin per tempi biblici ed indefiniti.

Ecco a testimonianza quanto  ci scrive Alberto : ” …dopo aver limitato il conto a seguito di una regolare transazione bitcoin del valore di circa 200 euro ed aver bloccato il trasferimento dell’importo sul mio conto corrente bancario, prima mi scrivono chiedendomi nuovamente copia del documento di identità e prova di residenza (già fornito in fase di iscrizione) e nel contempo di giustificare 6-7 transazioni prive di contestazioni ed avvenute nel corso del mese scorso, quindi, dopo aver perso del gran tempo a specificare e tracciare tutta la history anche su blockchain, mi hanno chiuso il conto in maniera irrevocabile scrivendomi questo :

“Gentile Alberto xxxxxxx,
Ti ringraziamo per l’interesse dimostrato per PayPal. Tuttavia, la nostra decisione di limitare permanentemente il tuo conto è definitiva.
PayPal si riserva il diritto di limitare l’accesso ai conti coinvolti in attività potenzialmente fraudolente o a rischio. Se dovessero essere aperte delle contestazioni, tenteremo di recuperare il denaro mediante addebito sul tuo conto PayPal. Se il denaro sul conto non fosse sufficiente, tenteremo di riscuotere gli importi dovuti mediante gli strumenti previsti dalla legge.
 In considerazione del rischio di chargeback o storni bancari, il tuo saldo verrà trattenuto per 180 giorni dalla data dell’ultimo pagamento ricevuto. Una volta trascorsi 180 giorni, il denaro residuo sarà disponibile per il prelievo.”

Capito??  Si trattengono tutto il saldo per sei mesi (6), non solo i 200€ !!  A casa mia questo porta il nome di appropriazione indebita (FURTO)!!!! paypaltoxic

Per chi pensa che questo sia solo un caso isolato ecco cosa succede a Michele che ha fatto lo stesso percorso di Alberto (invio documenti e giustificazione di diverse transazioni avvenute e andate a buon fine su Paypal):

… Alla fine , mi hanno chiuso il conto personale Paypal vecchio di un paio di anni, senza mai una contestazione che sia una, con un saldo attivo di quasi 1500 euro che ora si tengono loro…

Gentile Michele  xxxxxxxx,

siamo spiacenti di informarti che abbiamo deciso di concludere il nostro rapporto contrattuale a causa dell’alto livello di rischio dell’attività relativa al tuo conto. Questa misura è necessaria per proteggerci da eventuali perdite finanziarie.
Accesso al saldo
Quando chiudiamo un conto, non rilasciamo immediatamente i fondi presenti sul saldo poiché dobbiamo poter assicurare la necessaria copertura finanziaria a fronte di eventuali reclami fondati presentati dagli acquirenti entro i termini di legge e di contratto.
All’inizio tratterremo il denaro sul tuo conto PayPal e lo useremo per far fronte ad eventuali reclami o chargeback a tuo carico. Se il tuo saldo presenta importi dovuti a PayPal, dovrai rimborsarli. Effettueremo una prima revisione trascorsi 30 giorni dalla data di questa email e decideremo se:
1. Rendere disponibile al prelievo l’intero saldo del conto. Tieni presente che se in questa fase scegli di non prelevare il denaro, lo useremo nella successiva revisione in caso di ulteriori reclami o chargeback.
2. Rendere disponile al prelievo una parte del saldo residuo. In questo caso ti informeremo dell’importo che ti è possibile trasferire su conto bancario o carta di credito ed effettueremo un’altra revisione dopo 30 giorni; o
3. Trattenere il denaro, se riteniamo che la nostra esposizione finanziaria è uguale o superiore al saldo disponibile.
Nell’arco di 180 giorni dalla data di questa email il tuo conto potrebbe essere sottoposto a revisione fino a 5 volte, a intervalli di 30 giorni. Il saldo residuo verrà reso disponibile per il prelievo trascorsi 180 giorni.
Durante questo periodo potrai accedere al tuo conto e trasferire su conto bancario o carta di credito solo il denaro che fa parte del tuo saldo disponibile.
Saldo con importi dovuti a PayPal
Se per qualsiasi motivo il tuo saldo presenta importi dovuti a PayPal, dovrai aggiungere denaro per riportarlo a zero. In caso contrario, provvederemo al recupero dell’importo mancante ai sensi delle nostre Condizioni d’Uso.
Avrai comunque la possibilità di contestare tale decisione accedendo al tuo conto e cliccando “Contattaci” o “Aiuto” nella parte inferiore della pagina.
Per conoscere i termini e le condizioni del nostro servizio, clicca “Accordi legali” nella parte inferiore di ogni pagina del sito PayPal.”

Casi come quelli appena citati sono all’ordine del giorno,  anche se si potrebbe  avere una buona sicurezza delle parti coinvolte nelle transazioni (acquirente – dealer bitcoin – Paypal) utilizzando per esempio una buona e collaudata piattaforma come Localbitcoins.com che garantisce tutte le parti coinvolte (a differenza di Paypal che si schiera nettamente dalla parte di chi acquista) e mette a disposizione i propri log con i dati IP di collegamento (segnalando anche se avvengono attraverso TOR), cosa piuttosto utile anche a chi come Paypal deve verificare se i tanto temuti casi di reverse payment o chargeback sono reali o fasulli e ridurre drasticamente così i rischi anche per il venditore.

Da questo post ognuno può trarre le proprie conclusioni senza dimenticare che la richiesta di un cambio paypal-bitcoin resta sempre molto alta, ma l’offerta bitcoin-paypal si sta esaurendo per mancanza di correttezza del gestore Paypal.  Non ci si lamenti quindi del dealer che accetta il rischio del cambio se anche lui diventa esoso nella sua richiesta di commissioni .

Commenti suggerimenti e segnalazioni sono comunque e sempre molto graditi.

Gavrilo

 

CATENA FIDE DIGNORUM AD NIHILUM CONEXA .