Messaggero Veneto 19 aprile 2016
Riportiamo la notizia apparsa ieri sul quotidiano locale friulano Messaggero Veneto che si rifà al rapporto Clusit 2016 (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica) i quali dati offrono una panoramica abbastanza inquietante del cybercrimine in Italia. Il riferimento parla di un aumento del 30% annuo di aziende e soggetti colpiti da ransomware cryptolocker e suoi derivati e di riscatti pagati preferibilmente in bitcoin per un valore di 9 miliardi di euro solo per quanto riguarda oltre un migliaio di casi denunciati nel 2015.
Non è sicuramente una bella pubblicità per il Bitcoin sempre più conosciuto ed apprezzato per le sue doti di praticità, pseudonimità, non falsificabilità e irreversibilità (pari e meglio del contante!) che ne disegnano un futuro di adozione globale di massa nel giro di pochi anni e che vede come sempre in questi casi, l’Italia ancora molto ai margini della conoscenza. Certamente quindi il bitcoin è interessante ed appetibile non solo per i pirati informatici, ma e soprattutto per la gente comune e soprattutto in Italia dove ben note ormai sono le collusioni tra potere politico e bancario a tutto discapito delle tasche dei cittadini. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di contribuire alla conoscenza e al corretto uso di questa che è la regina delle criptovalute , oro digitale e sempre più bene di rifugio soprattutto dalle grinfie di Stati e Governi sempre più illegittimi e lontani dai bisogni e dal benessere delle popolazioni.
L’invito è sempre quello: informarsi sul suo utilizzo (del bitcoin) e premunirsi per quanto riguarda la propria sicurezza informatica, ormai non un mero problema di attività e industrie, ma sempre più una questione privata che ci riguarderà da vicino nel prossimo futuro.
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